A luglio, i prezzi alla produzione dell’industria italiana – in calo da inizio anno – segnano un’ulteriore, sebbene marginale, diminuzione congiunturale, dovuta quasi totalmente ai ribassi dei prezzi dei beni intermedi su tutti i mercati
Secondo i dati diffusi stamani da Istat, nel mese osservato l’indice relativo cede lo 0,1%, dopo il -0,3% del mese prima – evidenziando il settimo decremento consecutivo. A livello tendenziale la contrazione è del 10,2% rispetto al precedente -5,5%.
“Su base annua, la flessione si amplia notevolmente per l’accentuarsi delle dinamiche negative dei prezzi di energia, in primo luogo, e beni intermedi sul mercato interno”, spiega l’Istituto nella consueta nota.
Sul tale mercato i prezzi rimangono stabili rispetto a giugno e flettono del 13,8% su base annua (da -8,2% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, diminuiscono dello 0,6% in termini congiunturali e registrano una crescita tendenziale in ulteriore rallentamento (+1,3%, da +2,2% di giugno).
Nel trimestre maggio-luglio 2023, rispetto al trimestre precedente, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del 6,2%. La flessione congiunturale è molto ampia sul mercato interno (-8,3%), lieve su quello estero (-0,3%).
Riguardo alle costruzioni, nel mese osservato, i prezzi alla produzione per ‘Edifici residenziali e non residenziali’ crescono dello 0,8% su base mensile e dell’1,4% su base annua, quelli per ‘Strade e Ferrovie’ aumentano dello 0,5% in termini congiunturali e dello 0,2% in termini tendenziali.
“Per le costruzioni, i prezzi registrano aumenti congiunturali dovuti ai rialzi dei costi della manodopera e delle spese generali”, osserva Istat.
Quanto ai prezzi alla produzione nei servizi, nel secondo trimestre aumentano dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,8% su base annua.
Fonte:www.benzinga.com