Inflazione, timori di recessione e transizione energetica definiscono un quadro sfidante per i prossimi mesi che per William Davies (Columbia Threadneedle Investments) può offrire opportunità agli investitori
L’inflazione è persistente, sebbene al di sotto dei picchi registrati nel corso dell’anno: ad agosto negli Stati Uniti ha superato le aspettative dell’8,1% toccando l’8,3%, mentre in zona Euro si attesta al 9,1%.
Secondo William Davies, Global Chief Investment Officer di Columbia Threadneedle Investments, tuttavia, anche se i prezzi rimarranno elevati, il ritmo dei rincari sarà inferiore rispetto all’inizio dell’anno.
“Per fronteggiare questo straordinario balzo del carovita, le banche centrali hanno intrapreso una linea dura, con Fed e Bce che hanno alzato entrambe i tassi di 75 punti base (+0,75%) a settembre. È probabile che ciò smorzerà la domanda, determinando un calo dei prezzi al consumo verso fine anno e i primi mesi 2023”, riferisce il manager.
Intanto, mentre l’inflazione resta una fonte di preoccupazione, adesso il timore è lo spettro di un rallentamento economico che potrebbe sfociare in una recessione.
Il manager di Columbia Threadneedle Investments, guardando al processo di transizione energetica, verso l’azzeramento delle emissioni nette, ritiene opportuno evitare una transizione troppo rapida in un momento in cui non sono disponibili alternative. Il rischio è che il prezzo delle commodity possa aumentare, proprio com’è avvenuto con il petrolio. Uno scenario dalle implicazioni sociali alquanto significative, soprattutto per le persone meno abbienti che tendono a spendere una quota maggiore del loro reddito in energia, riscaldamento e generi alimentari.
Davies conclude la sua analisi affermando che, pur non prevedendo un recupero delle perdite da parte dei mercati entro la fine dell’anno, non è possibile escludere opportunità per gli investitori, a cominciare dalle azioni statunitensi.
Fonte:www.financialounge.com