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Vontobel: per Fed e BCE combattere l’inflazione viene prima della crescita

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Gianluca Ungari, Head of Portfolio Management Italy di Vontobel, spiega che le azioni europee presentano più rischi rispetto a quelle USA, mentre le obbligazioni governative a breve possono offrire un certo riparo

 

La priorità della Fed è abbattere l’inflazione più che mantenere a galla la crescita. È quello che sostiene in un commento Gianluca Ungari, Head of Portfolio Management Italy di Vontobel, secondo cui non ci saranno tagli dei tassi della Fed l’anno prossimo.

Inoltre, secondo Ungari, rimanere fermi sull’inflazione è essenziale per la Fed per mantenere la credibilità e dimostrare la sua capacità di intaccare l’inflazione guidata dall’offerta. La lotta della BCE contro l’inflazione è, invece, su una traiettoria traballante e la sua credibilità potrebbe rivelarsi il punto debole, dato che Lagarde ha dovuto affrontare le accuse di aver dato priorità alla deframmentazione rispetto alla stabilità dei prezzi quando ha annunciato un programma di acquisto mirato di obbligazioni per evitare la frammentazione finanziaria nella UE.

Anche se la BCE intende eliminare la liquidità in eccesso con altri mezzi, secondo l’esperto di Vontobel, non si possono escludere potenziali effetti inflazionistici. Per questo la BCE ha un compito difficile: deve tenere insieme un gruppo piuttosto eterogeneo, sopportando la maggior parte del peso della guerra in Ucraina e gli effetti tossici della dipendenza dal gas russo. Ci si può comunque aspettare un rialzo aggressivo dei tassi di 75 punti base l’8 settembre, una mossa necessaria per contrastare l’impennata dell’inflazione nell’Eurozona. Ma, in futuro, la capacità della BCE di gestire l’inflazione dipenderà in larga misura dall’agenda politica europea, per cui la traiettoria dell’inflazione europea comporta rischi e incertezze molto maggiori rispetto agli Stati Uniti.

Ungari conclude la sua analisi sottolineando che, a causa della divergenza dei percorsi di politica monetaria, le azioni europee presentano attualmente maggiori rischi rispetto alle controparti USA, mentre le obbligazioni a più lunga scadenza potrebbero non essere la scelta migliore per la maggiore sensibilità ai tassi d’interesse, con i titoli di Stato a breve dell’Europa core e degli Stati Uniti che possono offrire un certo riparo, poiché i prezzi hanno già ampiamente assorbito i futuri aumenti dei tassi.

 

 

Fonte:www.financialounge.com