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Amundi, nuove regole fiscali in Europa positive per gli asset in euro

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Dopo anni di assenza del rischio periferico per il debito sovrano europeo, il riemergere di problemi di frammentazione, insieme a crescenti rischi di stagflazione in un momento in cui le banche centrali sono impegnate a contenere l’inflazione, mette sotto i riflettori il fragile equilibrio fiscale e monetario

 

Lo sottolinea Amundi in un approfondimento di Pascal Blanqué, Chairman di Amundi Institute, secondo cui sembra realistica l’implementazione di alcune norme, come concentrarsi su una regolamentazione della spesa piuttosto che sui deficit strutturali, insieme a un maggiore uso dell’analisi stocastica della sostenibilità del debito.

Dal punto di vista degli investitori, Blanqué vede implicazioni positive per gli asset in euro per tre motivi: riduzione del rischio di “fragilità e complessità istituzionale”, miglior interazione delle politiche fiscali e monetarie e, infine, spinta alla spesa per investimenti.

In particolare, le riforme limitate delle norme fiscali dell’Unione potrebbero contribuire a ridurre il premio al rischio specifico di “fragilità e complessità istituzionale” che gli asset europei, pubblici e privati, comportano rispetto agli equivalenti in altre regioni.

Le implicazioni per gli investitori, secondo Blanqué, sarebbero positive per gli asset in euro attraverso diversi canali: in primo luogo, nuove norme più credibili e meno pro-cicliche dovrebbero contribuire a ridurre, almeno in parte, il premio per il rischio specifico di “fragilità e complessità istituzionale”.

Inoltre, prosegue l’esperto di Amundi, riducendo la dominanza fiscale e consentendo alla politica monetaria di concentrarsi sulla stabilità dei prezzi, le nuove norme aprirebbero la strada a un’interazione più equilibrata delle politiche fiscali e monetarie.

Infine, conclude l’analisi l’esperto di Amundi sottolineando che le norme che consentono un aumento della spesa per investimenti, collegato alle riforme, dovrebbero avere ricadute positive anche sulle aspettative di crescita economica. Da un punto di vista settoriale, secondo Blanqué, dovrebbero beneficiarne anche le attività legate ai nuovi beni pubblici dell’Ue e agli obiettivi dei programmi di investimento, come l’ambiente, la sovranità e la difesa.

 

 

Fonte:www.benzinga.com