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Rivolta dei mutui, i cinesi non vogliono più pagare le rate per la crisi del sistema

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Per contestare la mancanza di aiuti del governo, concentrato sul salvataggio di Evergrande, le famiglie cinesi hanno deciso di protestare non pagando le rate dei mutui

 

La crisi del mercato immobiliare cinese ha innescato una serie di reazioni a catena fino a portare a un vero e proprio “sciopero dei mutui” in molte zone del Paese. Si tratta di un ultimo gesto di protesta verso un sistema finanziario e politico che non sta tutelando i suoi cittadini.

Molte famiglie hanno smesso di pagare le rate del mutuo per protestare contro le banche rurali cinesi, a loro volta in crisi di liquidità. I fondi governativi sono indirizzati verso i big del settore immobiliare, a cominciare da Evergrande, indebitata per circa 305 miliardi di dollari. La Banca centrale cinese sta mettendo a punto un fondo da 300 miliardi di yuan che, finanziando grandi progetti infrastrutturali, dovrebbe salvare Evergrande e le altre società immobiliari coinvolte.

La crisi immobiliare cinese è partita quando società come Evergrande non sono più riuscite a finanziarsi vendendo immobili da costruire. È venuta a mancare la liquidità e, a cascata, le imprese e i professionisti coinvolti nei progetti non sono stati pagati. Come ultima risorsa, i titolari delle ditte e gli stessi professionisti, dopo aver esaurito tutte le risorse economiche disponibili, hanno deciso di non pagare le rate del mutuo.

Se a tutto ciò si aggiunge che in Cina, rispetto ad altri Paesi, per comprare casa bisogna accollarsi mediamente mutui da 50 anni, ecco che il quadro delle proteste, tutt’altro che usuali in Cina, assume un significato molto potente.

 

 

Fonte:www.financialounge.com