Stéphane Déo analizza la dinamica della moneta unica contro le principali valute usando diversi parametri, come il potere d’acquisto
È più forte il dollaro o più debole l’euro? Quali sono le implicazioni per le altre valute?
Stéphane Déo, Head of Market Strategy dell’affiliata Natixis Investment Managers Ostrum AM, cerca di rispondere a questi interrogativi analizzando il tema e soffermandosi sul modello della parità di potere d’acquisto, sul tasso di cambio effettivo, sulle fluttuazioni dell’euro rispetto alle principali valute, sulla relativa forza della moneta unica valuta europea rispetto ad un paniere di divise, e sull’apprezzamento del dollaro.
L’euro si è indebolito sul dollaro fino a toccare, la scorsa settimana, la parità, livello che non vedeva dal dicembre 2002. Da inizio del 2021, quando era scambiato a 1,22 su dollaro, il deprezzamento totale è del 18%. Il modello di parità di potere d’acquisto di Ostrum AM indica un valore di equilibrio a lungo termine a 1,248, che implica uno sconto di circa il 20%. Ma Déo sottolinea che questi modelli non sono molto rilevanti nel breve: il prezzo spot, infatti, può subire deviazioni ampie, con scarti del 40%, mentre il percorso di rientro verso la parità di potere d’acquisto è molto lento e lo spot può divergere anche per un decennio.
Déo fa anche delle considerazioni che riguardano le altre valute. In particolare, secondo l’esperto di Ostrum AM, la questione di fondo è stabilire se l’euro si è deprezzato o se il dollaro è troppo caro. Replicando l’esercizio della parità di potere d’acquisto al DXY, indice del dollaro rispetto alle sei principali valute, emerge che queste sono molto sotto la parità rispetto al dollaro, che è caro rispetto a ciascuna valuta. L’euro nel gruppo mostra una sottovalutazione del 25% circa, quindi non c’è una particolare debolezza, che ha resistito meglio dello yen, della corona svedese o della sterlina.
Utilizzare invece il tasso di cambio effettivo dell’euro, vale a dire rispetto ad un paniere di valute, è particolarmente utile per misurare la competitività delle esportazioni. L’esperto di Ostrum AM sottolinea che dall’ultimo massimo raggiunto a fine 2020 il cambio effettivo dell’euro è sceso di circa l’8%. Da un lato, un calo è molto meno drammatico del 18% perso contro dollaro, d’altro però il livello assoluto rimane elevato rispetto alla media di lungo periodo: l’8% sopra. Anche in questo caso, l’euro sembra trovarsi nel mezzo del gruppo delle principali valute.
L’esperto dell’affiliata Natixis IM conclude la sua analisi affermando che il deprezzamento dell’euro, rispetto alle altre principali valute, è nella media e che non siamo realmente in presenza di una debolezza dell’euro, anche se per le valute tutto è sempre relativo, ma piuttosto di un fortissimo apprezzamento del dollaro.
Fonte:www.reuters.com