Contrariamente ai mercati azionari occidentali, le equity cinesi stanno registrando un’importante inversione di tendenza
Con lo S&P 500 che nell’ultimo mese ha perso il 7,5%, nello stesso periodo l’Hang Seng ha guadagnato il 4%, il SZSE Component ha raccolto il 12%, mentre il NASDAQ Golden Dragon China è schizzato di circa il 17%.
Alla base della riprese dei titoli del Dragone si sono alcuni importanti fattori: l’allentamento delle restrizioni Covid, un rilassamento della stretta normativa sul settore tecnologico, e il sostegno fiscale arrivato dal governo di Pechino dopo il discorso del vice premier Liu He.
“Gli investitori devono ammettere che la cosiddetta “Beijing Put” ha dato i suoi frutti”, ricorda in una nota di ricerca Gergely Majoros, membro dell’Investment Committee di Carmignac, il quale scrive come il recente allentamento delle restrizioni in Cina abbia contribuito a rafforzare il sentiment degli investitori sull’azionario cinese, ma cosa ancora più importante, “il governo del dragone ha iniziato a mantenere fede agli impegni assunti, migliorando ulteriormente l’outlook d’investimento in questo mercato”.
A seguito della videoconferenza del Premier Li del 25 maggio a cui hanno partecipato oltre 100.000 funzionari locali, molti ministeri e amministrazioni territoriali si sono adoperati per introdurre ulteriori misure di stimolo per stabilizzare la crescita, soprattutto sul fronte fiscale.
“L’impatto di queste misure è già visibile nei settori in cui comunemente gli effetti si vedono prima, come i progetti infrastrutturali, ma si sta manifestando anche altre aree come il settore automotive”, afferma l’esperto dell’asset manager francese.
Anche il turbolento mercato immobiliare (vedi capitolo Evergrande (HK:3333)) ha iniziato a beneficiare delle misure di stimolo, pur rimanendo profondamente in crisi. “È quindi lecito supporre che nel corso dell’anno verranno annunciati ulteriori interventi mirati, soprattutto in vista del Congresso del Partito Comunista che si terrà a ottobre”, afferma Majoros nella ricerca.
Secondo l’esperto, l’attenzione del governo cinese sembra essersi spostata “dalla politica espressamente orientata allo zero-covid verso una sfumatura più equilibrata, per favorire i target economici”, con l’impulso al credito che “ha iniziato a mostrare segni di miglioramento”. Quest’ultimo è da sempre un buon indicatore della futura attività economica.
Fonte:www.euronews.com