Eni (BIT:ENI) starebbe esplorando la possibilità di aprire un conto corrente in rubli presso Gazprombank per continuare a ricevere i flussi di gas da Mosca, a seguito della decisione del Cremlino di continuare l’export di energia solo tramite moneta locale
Secondo l’indiscrezione di Bloomberg, la mossa del cane a sei zampe sarebbe solo “precauzionale”, con la società che starebbe cercando “maggiori indicazioni” dal governo italiano e dalle autorità europee “su possibilità e condizioni di utilizzo” del conto per l’acquisto di gas da Mosca.
Ma il gruppo guidato dall’Ad Desclazi non è il solo. Per l’agenzia britannica, sarebbero almeno 4 le aziende europee che avrebbero pagato in rubli le importazioni di gas mentre altre 10 avrebbero aperto i conti presso Gazprombank necessari per soddisfare le nuove richieste di pagamento.
La decisione di interrompere i flussi di gas a quei Paesi “ostili” che si rifiutano di pagare i beni energetici in rubli, come Polonia e Bulgaria, ha messo in allarme società e Paesi che dipendono strettamente da Mosca per il proprio sostentamento.
La presidente della Commissione Ue von del Leyen ha definito la scelta di Putin come “un ricatto inaccettabile e ingiustificabile”, ribadendo alle società importatrici del blocco “di non cedere alla richieste di Mosca” in quanto potrebbero “aggirare le sanzioni” imposte.
Eni, stando a quanto riportato da Bloomberg, non avrebbe ancora utilizzato il meccanismo messo in piedi da Putin per sostenere il mercato interno, e per il momento avrebbe pagato le forniture in euro, in attesa della prossima scadenza sui pagamenti di metà maggio.
La decisione del Cremlino di “punire” quei Paesi contrari al pagamento in rubli per le importazioni energetiche accelera la strada verso il sesto round di sanzioni europee contro Mosca e, secondo Gianclaudio Torlizzi fondatore di T-Commodity, “mira a disarticolare l’unità europea”.
Fonte:www.investing.com