Aumento dell’inflazione dovuto al caro energia e l’impatto sulla crescita economica sono gli effetti maggiori della guerra in atto, ai quali si aggiungono la minore propensione al rischio e gli impatti sulla transizione ecologica
La guerra della Russia all’Ucraina sta provocando gravi danni in termini di vittime e di problemi economici, non soltanto nei Paesi coinvolti nel conflitto. Dal punto di vista degli investimenti occorre considerare tre rischi principali, come sottolinea Alexander Monk, portfolio manager, Global Resource Equities di Schroders (LON:SDR).
IL PRIMO RISCHIO
Il primo è legato all’inflazione e all’aumento prolungato dei prezzi dell’energia e delle materie prime. “L’inflazione era già ai massimi pluridecennali prima che la Russia invadesse l’Ucraina – dice Monk – e ciò era particolarmente vero per i prezzi energetici. Dato che la Russia rappresenta una parte significativa dell’offerta mondiale di petrolio (circa il 12%) e di gas (circa il 17%), la situazione attuale pone rischi evidenti per la fornitura di energia. Questa preoccupazione ha portato in tutta Europa a un significativo aumento dei prezzi di petrolio, gas ed energia in generale”. Non solo, la Russia è anche un importante fornitore di metalli del gruppo del platino (PGM) e di commodity agricole. “La sua capacità di produzione – aggiunge l’analista Schroders – è legata a molte value chain industriali. L’impulso inflazionistico del conflitto, e il conseguente inasprimento delle sanzioni da parte dell’Occidente, potrebbe essere piuttosto significativo e continuare a pesare ulteriormente sugli utili aziendali”.
Fonte:www.financialounge.com