Home Attualità Nessun crash dei tech, solo assestamenti dopo corsa mozzafiato

Nessun crash dei tech, solo assestamenti dopo corsa mozzafiato

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Nel 2022 bisognerà guardare dentro gli indici per capire dove prendere il profit e dove comprare sugli storni. La sbandata del Nasdaq non anticipa un ritorno alla bolla del 2000 ma riflette mille situazioni diverse

 

Non sono pochi quelli che guardano con una certa apprensione, se non qualcosa di più, al grafico del Nasdaq, l’indice-simbolo del tech globale che nelle prime 5 sedute del 2022 ha lasciato sul terreno un migliaio di punti. Alla fine parliamo di poco più del 6% ma la metà dello scivolone si è concentrata il giorno della Befana e venerdì 7 ha fatto seguito un ulteriore calo dell’1 per cento invece del rimbalzo. Un’accelerazione che telegrafa un crash in arrivo per i big tech arrivati a fine corsa? Oppure una salutare correzione dagli eccessi che apre finestre di ingresso per comprare a saldo? Sembrerebbero tutte e due domande sbagliate, e quindi destinate a non avere una risposta utile. Parlare oggi di azioni tech non è la stessa cosa che era 22 anni fa parlare di new economy e titoli internet. Allora era un’avanguardia in territorio inesplorato, in un mondo che tutto sommato funzionava ancora prevalentemente con la old economy. Oggi il digitale è l’innervatura dell’intera economia globale, il cloud si usa in agricoltura, nei trasporti merci transoceanici, nell’oil&gas, nell’industria manifatturiera a cominciare dall’auto, nelle costruzioni e nelle infrastrutture, fino al credito e alla finanza. Ipotizzare il crash del tech vuol dire immaginare la fine del mondo.

 

 

Fonte:www.financialounge.com