Secondo gli esperti di AllianceBernstein, il piano energetico di Pechino può generare opportunità interessanti per gli investitori: ecco dove trovarle e come sfruttarle
Il programma pluridecennale annunciato dalla Cina per raggiungere la neutralità carbonica al 2060 si inserisce in un quadro di rinnovata collaborazione globale, dopo la ri-adesione degli Stati Uniti all’accordo di Parigi, e l’interesse condiviso ad affrontare il cambiamento climatico crea un terreno comune per Washington e Pechino. Dopo le perplessità suscitate dalla globalizzazione negli anni passati, un approccio multilaterale a favore del pianeta sarà accolto con favore in tutto il mondo. Il piano cinese è ancora agli inizi e mancano molti dettagli, ma, data la sua vasta portata gli investitori dovrebbero già iniziare a monitorare come le misure saranno attuate per individuare le imprese che ne beneficeranno.
Per gli investitori, le implicazioni sono troppo grandi per essere ignorate, sottolineano gli esperti di AllianceBernstein, ma gli investitori dovranno prestare molta attenzione ai dettagli man mano che verranno resi noti. Un certo ottimismo è giustificato dalle esperienze passate, ma l’arma scelta questa volta è inedita, perché la campagna 2060 estende i poteri decisionali dai ministeri centrali alle amministrazioni statali e cittadine. Inoltre la neutralità carbonica coincide anche con le ambizioni cinesi di autosufficienza tecnologica, in cui l’orientamento verso un mix di produzione più verde assume una crescente importanza. Sono ambizioni che andranno a permeare tutti i settori, ridefinendo il “made in China” come sinonimo di produzione ad alto valore aggiunto e di indipendenza innovativa.
Fonte:www.financialounge.com