L’inflazione sembra un fantasma del passato, mentre si consolida la nuova alleanza tra politiche fiscali e monetarie per contrastare la minaccia climatica
Una previsione facile-facile: nella prossima decina di giorni la parola più frequente nei titoli dei media finanziari, e anche non, sarà ‘inflazione’, con un picco prevedibile giovedì 10 giugno, quando in contemporanea alla conferenza stampa di Christine Lagarde dopo il board della Bce uscirà il numero dei prezzi al consumo di maggio in Usa.
Sarà un test importante per la banca centrale americana perché arriva quasi un anno dopo la ‘storica’ svolta annunciata dallo stesso Powell al simposio di Jackson Hole il 27 agosto dell’anno scorso, con cui si è passati da una politica ‘preventiva’ nei confronti del nemico storico delle banche centrali a una nuova politica ‘reattiva’, vale a dire tollerare un’inflazione che corre anche sopra il target del 2% per consentire di recuperare il ‘gap’ creato nell’anno della pandemia.
Tutti si chiedono se Powell avrà i nervi per tener fede all’impegno anche a fronte di un’inflazione che strappa, e si chiedono anche cosa potrà inventarsi la ‘colomba’ Lagarde per resistere alle pressioni dei ‘falchi’, visto che anche in Europa l’inflazione ha sfondato il 2% e che l’obiettivo della politica monetaria europea di un’inflazione ‘vicina, ma sotto’ quel livello non è stato modificato, a differenza di quanto ha fatto la Fed.
Fonte:www.investing.com