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Europa ha superato punto di svolta, ma serve ancora supporto Bce

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Di fronte a un persistente aumento dei costi di finanziamento, la Bce deve decidere sul futuro ritmo dei suoi acquisti di obbligazioni nel programma di contrasto all’emergenza pandemica nella riunione del 10 giugno

 

L’economia dell’Eurozona ha raggiunto un punto di svolta e il recente aumento dei costi di finanziamento è il riflesso del miglioramento dei fondamentali, ha detto a Reuters il membro del consiglio della Banca centrale europea Isabel Schnabel, minimizzando le preoccupazioni che l’aumento dei rendimenti possa rischiare di soffocare la crescita.

Di fronte a un persistente aumento dei costi di finanziamento, la Bce deve decidere sul futuro ritmo dei suoi acquisti di obbligazioni nel programma di contrasto all’emergenza pandemica nella riunione del 10 giugno e un coro crescente di policymakers sta chiedendo di mantenere costante il flusso degli stimoli, temendo che la ripresa potrebbe altrimenti perdere colpi.

Schnabel, capo delle operazioni di mercato della Bce, ha tuttavia letto senza preoccupazioni l’aumento dei rendimenti nominali, sostenendo che era previsto e che le condizioni di finanziamento rimangono favorevoli, in linea con l’impegno della banca a dicembre.

“I rendimenti al rialzo sono il naturale sviluppo in un punto di svolta della ripresa: gli investitori diventano più ottimisti, le aspettative di inflazione aumentano e, come risultato, i tassi di rendimento nominali vanno su”, ha detto a Reuters in una intervista. “Questo è precisamente ciò che ci aspetteremmo e che vorremmo vedere”.

“Le condizioni di finanziamento rimangono favorevoli”, ha sostenuto, notando che i tassi reali o aggiustati per l’inflazione sono ampiamente stabili.

Uscendo ora da una doppia recessione, l’economia della zona euro è destinata a crescere più del 4% quest’anno, con il gigantesco settore dei servizi che si riprende dai lockdown introdotti per contrastare il COVID-19, anche se ci vorrà un altro anno per tornare a crescere al livello pre-crisi.

Riflettendo questo rapido miglioramento, i rendimenti delle obbligazioni tedesche a 10 anni, punto di riferimento nell’area, hanno raggiunto un massimo di due anni questo mese.

CONCETTO DI TAPERING NON SI ADEGUA A PEPP

L’aumento dei rendimenti, anche se non considerato eccessivo, è arrivato anche mentre la Bce sta comprando circa 100 miliardi di euro di debito ogni mese e gli investitori temono che qualsiasi segno di ritirata potrebbe alimentare un’ondata di vendite.

Schnabel ha anche respinto le richieste dei membri piu’ conservatori del board per una riduzione degli acquisti di obbligazioni, sostenendo che il concetto di “tapering” o di graduale riduzione del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp) da 1.850 miliardi di euro non è coerente con l’obiettivo del programma.

“Dobbiamo sempre essere pronti a ridurre o aumentare gli acquisti di titoli in linea con la nostra promessa di mantenere condizioni di finanziamento favorevoli nell’area dell’euro”, ha detto.

“La ripresa ancora dipende dalla prosecuzione di politiche di sostegno. Una rimozione prematura del supporto fiscale o di quello monetario sarebbe un grande errore”, ha aggiunto Schnabel, notando che ampie parti dell’economia sono ancora in uno stato di emergenza.

POTENZA DI FUOCO NON È VINCOLO

Il problema è che al ritmo attuale, la Bce esaurirà la sua quota di acquisto di obbligazioni di emergenza prima della fine formale dello schema il prossimo marzo, quindi o la quota deve essere aumentata o i volumi devono alla fine diminuire.

Ma questo è un problema per dopo, ha detto Schnabel, sostenendo che la potenza di fuoco rimanente del Pepp è “abbastanza grande” e che la questione non sta rappresentando un vincolo per il processo decisionale.

Con l’inflazione destinata a rimanere sotto l’obiettivo della Bce di quasi il 2% anche dopo la fine delle misure di emergenza, saranno necessari più stimoli attraverso altri strumenti, come il più vecchio e rigido programma di acquisto di asset della Bce (APP), i tassi di interesse o le operazioni di liquidità.

“È probabile che quando il PEPP finirà, non avremo raggiunto il nostro (obiettivo)”, ha detto Schnabel.

“In questo caso, continueremo a condurre una politica monetaria altamente accomodante anche dopo il Pepp”.

 

 

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